Trash Art: quando i rifiuti diventano arte
In questo articolo vi raccontiamo di un movimento artistico contemporaneo che ricicla materiali di scarto, con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema della sostenibilità.
Avete mai sentito parlare di Trash Art? Si tratta di una corrente che trasforma i rifiuti in arte e che in questi ultimi anni sta raggiungendo sempre più artisti e creativi.
L’arte come specchio della realtà
Da sempre l’arte è il riflesso della realtà che ci circonda. I cambiamenti socio-culturali, l’inquinamento ambientale e la crisi climatica sono i motivi fondamentali della nascita di questo particolare movimento artistico. Gli artisti che ne fanno parte combattono una vera e propria battaglia contro il consumismo e la mentalità “usa e getta”, principale causa dell’accumulo di rifiuti. Nascono così opere realizzate con rifiuti di qualsiasi tipologia: plastica, stoffe, lattine, elettrodomestici. Questa corrente dimostra che nessun oggetto possiede un solo scopo o data di scadenza, ma che ogni cosa può essere riutilizzata in diversi campi della vita quotidiana, compresa l’arte.
Le origini della Trash Art
Il rapporto tra arte e rifiuti inizia proprio agli inizi del Novecento, quando gli artisti cominciarono a creare opere utilizzando oggetti di uso quotidiano con artisti come Marcel Duchamp e Piero Manzoni. Ma è intorno alla seconda metà del secolo che esplode il movimento del Nuovo Realismo: nascono così opere realizzate con detriti, rifiuti e scarti di vario genere come poster, pezzi di stoffa e corde.
Artisti contemporanei
Gli artisti del riciclo si fanno notare sempre di più con le loro opere creative che comunicano messaggi profondi e attuali. Un esempio è Vik Muniz, artista brasiliano, le cui opere sono state raccontate nel film Waste Land ambientato a Rio de Janeiro, una delle più grandi discariche del mondo. La sua opera più famosa, “Catadores”, racconta la storia di persone che vivono tra povertà e disperazione attraverso toccanti ritratti realizzati interamente con materiali di scarto. Famosi sono anche i murales di Bordalo che, oltre al tema dei rifiuti, affrontano quello dell’estinzione degli animali.
Alcuni brand hanno abbracciato questa corrente artistica, come la birra messicana Corona che per il progetto Save the Beach Hotel ha realizzato un hotel con la spazzatura raccolta dalle spiagge inquinate di tutta Europa.
Un murales per il clima
Nell’ambito di “Coop Youth Experience”, l’evento dedicato ai giovani organizzato da Coop a febbraio del 2023, è stato realizzato, nel piazzale della metro di Rebibbia a Roma, un murales dell’Urban Artist Luogo Comune in collaborazione con i giovani attivisti Coop, utilizzando una speciale vernice anti-smog. L’intento del murales è quello di mettere in discussione la condizione umana e sociale del nostro tempo. Sono proprio le nuove generazioni che fanno sentire sempre di più la loro voce, chiedendo azioni concrete per frenare l’avanzata del cambiamento climatico.