Come spiegare l’inquinamento dei mari ai bambini
La salute dei nostri mari è sempre più minacciata da inquinamento, pratiche scorrette e disattenzione. Come trasmettere ai più piccoli il rispetto della natura e l’importanza di mantenere l’ambiente pulito? Scopriamo come spiegare l’inquinamento dei mari ai bambini e come contribuire alla pulizia degli oceani tramite il progetto Anywave.
Spiegare l’inquinamento dei mari ai bambini è di fondamentale importanza per trasmettere loro il rispetto della natura e delle risorse a nostra disposizione.
Scopriamo insieme come raccontare ai più giovani l’inquinamento e renderli partecipi con l’aiuto dell’innovativa campagna “Un mare di idee per le nostre acque”.
L’inquinamento dei mari
L’inquinamento dei mari è un problema concreto che interessa ormai tutto il mondo. Questo fenomeno si verifica quando vengono rilasciate sostanze dannose o estranee che distruggono i delicati equilibri degli ecosistemi naturali. I danni che ne derivano hanno conseguenze sull’ambiente stesso, sugli animali che lo abitano e sulla salute degli esseri umani.
Inoltre, gli agenti inquinanti non causano squilibri solamente nel luogo in cui vengono rilasciati, anzi, viaggiano molto facilmente e si disperdono velocemente nell’ambiente.
Cosa causa l’inquinamento idrico
L’inquinamento idrico può essere causato da diversi agenti, quali:
- Scarico intenzionale di sostanze dannose: alcune aziende rilasciano rifiuti tossici che contribuiscono al peggioramento della salute di mari e oceani, al pari dei prodotti di plastica rilasciati in acqua. Si calcola che ogni anno circa 8 milioni di tonnellate finiscano negli oceani di tutto il mondo.
- Petrolio: possono verificarsi delle fuoriuscite di petrolio in acqua da incidenti navali o dalla fuoriuscita da condotti oceanici.
- Rifiuti: è una delle principali cause dell’inquinamento atmosferico e dei mari. I sacchetti di plastica dispersi in mare sono molto pericolosi perché se ingeriti da pesci e cetacei, possono provocarne la morte.
- Estrazione dall’oceano: l’estrazione in acque profonde provoca numerosi danni all’ecosistema marino.
- Altre sostanze tossiche: l’inquinamento può provenire da molti luoghi differenti. Le sostanze tossiche vengono poi trasportate dalla pioggia o dalla neve, contaminando gli oceani e i mari.
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Come spiegare l’inquinamento dei mari ai bambini
Il futuro del nostro pianeta è nelle nostre mani, ma soprattutto nelle mani delle generazioni più giovani. Per questo motivo è importante che anche i bambini siano consapevoli dei problemi ambientali che stiamo affrontando e che dovremo affrontare in futuro.
Per rendere partecipi i più giovani, è fondamentale stimolare la loro curiosità sull’argomento attraverso attività, documentari, film, cartoni o fumetti.
Portare i bambini al parco, al mare, in aree naturalisti protette, nei musei naturali permette di sfruttare appieno i 5 sensi.
Anche attraverso il disegno è possibile apprendere: raccontare attraverso il disegno i viaggi e le esperienze vissute può diventare una fonte di dialogo tra genitore e bambino. Inoltre, poter visualizzare dei concetti difficili aiuta i bambini a concretizzare il problema dell’inquinamento e soprattutto riflettere sulle possibili soluzioni.
È molto importante far leva sulle emozioni per la comprensione di temi così importanti. Bisogna prestare attenzione a ciò che si suscita nel bambino, infatti non si deve fare riferimento alla paura o allo scoraggiamento verso i temi trattati, piuttosto concentratevi sull’accostamento della speranza e della gioia.
“Un mare di idee per le nostre acque”
“Un mare di idee per le nostre acque” è una tra le più innovative campagne per la tutela dell’ambiente marino. L’iniziativa, portata avanti da Coop Italia, si svolge in collaborazione con la barca a vela Anywave, la prima ad aver istituito a bordo la figura del “RECO”, il responsabile ecologico, e ad aver creato un decalogo di comportamenti da rispettare sia nelle fasi di navigazione sia in quelle di attracco.
Il progetto si sviluppa in una regata con l’apposizione dei Seabin, ovvero dei cestini che, galleggiando a pelo d’acqua, catturano i rifiuti che incontrano, mentre una pompa filtra l’acqua e la rilascia pulita nel mare. Questa piccola soluzione è in grado di raccogliere circa 500 chilogrammi di rifiuti plastici all’anno, comprendendo anche microplastiche e microfibre.
I Seabin hanno raccolto finora più di 14 tonnellate di plastica di cui il 70% microplastiche, materiali metallici e cotton fioc, il 20% composto da legno, foglie, rami e alghe con microplastiche quindi contaminati ed il 10% di massa organica umida non contaminata.
Per diffondere la consapevolezza e istruire i bambini sui temi dell’inquinamento marino, seguire le tappe di questa campagna può essere uno dei migliori modi per mostrare loro che cosa significa rispettare l’ambiente. Infatti, potendo vedere in azione la barca e i Seabin, i giovani si renderanno conto di quanto sia importante adottare comportamenti consapevoli e soprattutto rispettosi dell’ambiente.