Anche il mondo della moda apre le sue porte alla sostenibilità: il mercato di vestiti e accessori è infatti stato investito dalla tendenza del “second hand”.

La tendenza

Il second hand non è sicuramente una pratica nuova, ma ha acquisito una valenza diversa in ottica green. Vendere e acquistare capi d’abbigliamento usati è infatti un modo per essere sostenibili, attenti all’ambiente ed evitare sprechi; si tratta dell’esatto opposto del fast-fashion, che propone capi di bassa qualità a prezzi bassi, alimentando una “moda veloce”.

Vintage e second hand: che cosa cambia?

La parola “vintage”, dal francese antico vint (venti) age (anni), indica un prodotto realizzato almeno vent’anni fa e che, invecchiando, è divenuto più pregiato. Può essere un articolo rimasto invenduto (deadstock) o di seconda mano.

Un prodotto è considerato di seconda mano se è stato posseduto almeno da un’altra persona. Ha un’origine più recente rispetto al vintage, da dopo gli anni 2000 a oggi. Il valore dei capi dipende dalla qualità, dalle condizioni in cui si trovano e dal prezzo a cui sono stati originariamente venduti.

Perché acquistare second hand aiuta l’ambiente

Acquistare abiti di seconda mano contribuisce all’adozione di un modello di economia circolare, secondo il quale i prodotti vengono riutilizzati e riciclati invece di essere gettati via, riducendo in modo significativo l’accumulo e la produzione di rifiuti.

Il mercato della moda è un mercato che richiede – come tutti – l’utilizzo di risorse naturali come acqua, energia e le stesse materie prime. Con il second hand si può risparmiare sul consumo di queste risorse in modo significativo: questo perché si sceglie un capo che è già stato prodotto, per il quale le risorse sono già state impiegate, dandogli una nuova vita. Ciò comporta un minor sfruttamento delle materie prime, un minore consumo di acqua e un abbattimento delle emissioni di carbonio legate alla produzione.

second hand

L’industria della moda è nota anche per il suo rapido ciclo di produzione e consumo, che contribuisce al crescente problema dei rifiuti tessili: tonnellate di abiti vengono gettate, spesso finendo in discariche o inceneritori. L’acquisto di capi di seconda mano rallenta questa corsa sfrenata e offre agli indumenti una seconda vita. I vestiti possono essere indossati da più persone nel corso degli anni, massimizzando il loro valore e riducendo la necessità di nuove produzioni.

Inoltre, il mondo della moda second hand offre una vasta gamma di stili unici e retrò, che si discostano dall’abbigliamento di massa prodotto dalle catene fast fashion, promuovendo l’individualità, la creatività e l’inclusività.

In conclusione, la moda second hand sta dimostrando di essere una risposta concreta alle sfide ambientali che affrontiamo oggi: ogni volta che optiamo per un capo vintage anziché uno nuovo, stiamo contribuendo a preservare le risorse del pianeta e a ridurre la produzione di rifiuti.

Oggi comprare second hand non è mai stato più facile: i negozi che vendono usato sono sempre più numerosi e da qualche anno si sono aggiunte diverse piattaforme online che permettono di comprare e vendere capi usati comodamente da casa.