Che cos’è l’economia circolare?
Vediamo insieme come utilizzare il modello dell’economia circolare, per ridare vita a materiali e prodotti una volta che hanno terminato la loro funzione.
In questo articolo scopriamo come utilizzare il modello dell’economia circolare per ridare vita a materiali e prodotti una volta che hanno terminato la loro funzione primaria.
In un momento storico in cui l’economia lineare non è più sostenibile dal punto di vista ambientale, si fa sempre più strada il modello circolare. Si tratta di un paradigma finalizzato ad allungare il ciclo di vita dei prodotti e dei materiali che hanno già portato a termine una volta la loro funzione sul mercato.
Ecco qualche informazione in più per capire meglio di cosa stiamo parlando.
Cosa vuol dire economia circolare?
Fino a pochi anni fa, il nostro modello economico era lineare e fondato sullo schema “estrarre-produrre-utilizzare-gettare”. Questo modo di agire ci ha portato nel tempo ad accumulare un’ingente mole di rifiuti, molti dei quali in realtà riutilizzabili, ma non sfruttati al massimo del loro potenziale.
Per ovviare a questo problema, si è introdotto un nuovo modello economico, l’economia circolare, che modifica lo schema lineare introducendo le attività di ricondizionamento, riuso, riparazione e riciclo dei materiali e degli oggetti. Con il modello lineare e la costante domanda di beni di consumo che siamo abituati a fare, abbiamo ridotto sensibilmente la reperibilità delle materie prime necessarie alla produzione di prodotti sempre nuovi e, in più, continuando a praticare frequenti processi di estrazione, contribuiamo a influenzare negativamente il già precario equilibrio del nostro ecosistema.
Quando parliamo di economia circolare, invece, ci riferiamo ad un circolo virtuoso. Infatti, questo sistema è finalizzato a ridurre i rifiuti derivati dalla produzione e dai prodotti che al termine del loro ciclo vitale si gettano. Inoltre, permette di dare una seconda vita ai materiali utilizzati, introducendoli nuovamente nel ciclo economico.
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I 5 pilastri dell’economia circolare
L’economia circolare si fonda su 5 regole fondamentali:
- Fin dall’inizio del processo produttivo si realizzano i prodotti con l’obiettivo di farli durare nel tempo e con l’intenzione di prevedere eventuali aggiornamenti o riparazioni;
- si vende un prodotto come fosse un servizio, quindi l’azienda produttrice permette la fruizione di un prodotto a più clienti nello stesso momento e restando sempre lei la detentrice di quello stesso bene;
- si utilizzano materiali biodegradabili, riciclabili, rinnovabili e fonti di energia rinnovabili;
- si promuovono le piattaforme sulle quali gli utenti possono mettere a disposizione i loro beni in modo che vengano riutilizzati;
- si creano nuovi cicli produttivi nei quali, grazie ai processi di upcycling e riciclo, i materiali precedentemente scartati vengono recuperati.
Quali sono i vantaggi dell’economia circolare?
Questo modello economico ha molteplici vantaggi:
- maggiore disponibilità delle materie prime;
- riduzione dell’impatto ambientale;
- riduzioni delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera;
- aumento dell’occupazione;
- maggiore competitività;
- utilizzo più efficiente delle fonti energetiche;
- riduzione dei costi;
- maggior impulso alla crescita economica e all’innovazione.
Alcuni esempi di economia circolare
Parlando di realtà che hanno già effettuato una svolta green citiamo Coop Italia con il progetto “Buon fine”, Too Good To Go e Ikea.
Ogni giorno molti prodotti alimentari vengono ritirati dalla vendita perché presentano una data di scadenza troppo ravvicinata o perché la confezione esterna è rovinata, nonostante siano ancora perfettamente commestibili. Coop ha deciso di intervenire sul problema donando i prodotti invenduti alle associazioni no profit che operano sul territorio, limitando così lo spreco alimentare. Il progetto è attivo già da diversi anni e nel 2021 ha permesso di recuperare più di 5500 tonnellate di cibo, che sono state donate a 938 associazioni di volontariato in tutta la penisola.
Too Good To Go è un’applicazione per smartphone nata anch’essa per contrastare lo spreco alimentare, che offre ai suoi utenti la possibilità di acquistare, a un prezzo decisamente conveniente, il cibo invenduto da negozi, bar e ristoranti, in modo che non venga gettato via.
Il colosso svedese, invece, ha in programma di entrare a pieno titolo nel gruppo dei brand ad economia circolare entro il 2030, dal momento che prevede di attivare il noleggio e il riacquisto dei mobili precedentemente venduti.
Infine vi segnaliamo anche altre misure, che Coop adotta ormai da tempo, volte all’avvio di un economia circolare e campagne che ha attivato per tutela dell’ambiente come quella per lo stop ai pesticidi, quella per il riciclo della plastica, quella per un’agricoltura più sostenibile e quella per l’adozione del bollino compostabile.